Cosa c’è che non va nel documento “Per una nuova identità” di Articolo 1: la scuola

Articolo 1presenta un documento come base di discussione per rilanciare una nuova identità di sinistra. E’ una base di discussione ampia e generosa, sono 43 pagine ed in tempi in cui la politica twitta è un segno di discontinuità. Abbiamo bisogno di discussione e protagonismo e le cose complicate non possono essere ridotte ai 140 caratteri di Twitter. Bene quindi, ma il documento ha delle pecche: non fa i conti con quanto è accaduto, fraintende l’analisi, appare un documento ancorato al passato recente. Bisogna quindi fare uno sforzo collettivo per arricchirlo senza pretese di esaustività e possesso di verità, ma anche senza fraintendimenti. La parte che riguarda la scuola, la ricerca e la formazione si trova a pagina 41. Il punto di partenza lamenta il carattere divisivo della legge 107, il fatto che sia stata una legge “contro” gli insegnanti, si parla di approccio burocratico-amministrativo e si afferma che le riforme dovrebbero occuparsi di didattica, di programmi e dovrebbero essere fatte con gli insegnanti. Cosa c’è che non va? Secondo me c’è il fatto che non si comprende il modello di scuola che la legge 107 sviluppa, in seguito vedremo che anche l’estensore non esce da questo modello.

Per spiegare partirei da un’affermazione dell’onorevole Fassino che, in una direzione del PD, ha affermato:”Gli insegnanti sono contro qualsiasi riforma di destra o di sinistra”, come spesso gli capita, coglie il punto, ma sbaglia tutto, e quello che invitò Grillo a farsi un aprtito suo e poi vediamo quanti voti piglia :) Però quello che dice è vero: la scuola è stata critica verso tutte le riforme da Berlinguer in poi. Questo perché non si trattava di diverse riforme, certo questo o quel carattere, le risorse investite erano diverse, ma il modello di scuola prefigurata era lo stesso, non è un caso che Berlinguer sia un entusiasta sostenitore della Buona Scuola.

Cosa intendo per modello è più chiaro nel mio post (https://www.rosariopaone.it/?q=node/119). Non si tratta perciò di una legge che cura solo aspetti “burocratici-amministrativi”, ma di una modifica della governance di sistema che è pienamente in linea con le prescrizioni dell’ideologia neoliberale. Per inciso suggerirei agli estensori del documento di leggere Florence Faucher,Patrick Le Galès “L' esperienza del new labour. Un'analisi critica della politica e delle politiche” edizioni Franco Angeli, anche per riprendere l’idea di una politica che legge e studia, sarebbe un altro segno di discontinuità con il renzismo. Se si vuole capire il senso neoliberista dell’intervento sulla governance di sistema, e non si avesse la pazienza di leggere, rimando al mio post https://www.rosariopaone.it/?q=node/81

Il modello di “società di mercato” nasce con l’autonomia del ministro Berlinguer, ben inteso che le scuole godano di autonomia didattica è previsto dalla Costituzione che afferma che l’insegnamento delle arti e delle scienze è libero, ma qui c’è un’abdicazione al ruolo dello Stato per affidarsi alla mano invisibile della concorrenza delle scuole, ma questa autonomia vien poi ricondotta a sistema attraverso il Sistema di Valutazione Nazionale. Siamo in pieno blairismo. Infatti se continuiamo nella lettura del testo troviamo:”Ora il Governo Gentiloni è costretto a tornare indietro (anche troppo) su alcuni punti della riforma cercando un accordo con i sindacati:è stata giusta l’introduzione nella nostra scuola dell’alternanza tra studio e lavoro, ma al solito con fondi insufficienti e senza adeguata regia. Rimane non coordinato il canale dell’istruzione professionale di competenza statale con quello di competenza regionale e manca un Sistema Nazionale di valutazione formato da personale competente e indipendente.”. Potevamo fare a meno di uscire dal PD se siamo subalterni alle logiche che lo guidano. Mi concentro solo su questi punti: alternanza scuola-lavoro e sistema di valutazione.

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

L’idea che la scuola debba perdere autoreferenzialità, debba aprirsi alla società ed al mondo del lavoro è una vecchia e giusta idea della Sinistra, ma qui siamo ad un’altra questione. Siamo ad un processo di descolarizzazione, all’idea che il mondo del lavoro sia, sic et sempliciter, formativo per cui lo studente non porta conoscenze nel mondo del lavoro, ma porta l’idea del lavoro dequalificato, il nostro sistema d’imprese è il più “ignorante” del mondo. Sono le battute del Ministro Poletti sui giovani over-skilled, lenti a laurearsi “meglio un 90 presto che un 110 tardi”. Il fatto è che nella divione del mondo del lavoro l’Italia ha deciso di utilizzare manodopera non specializzata ed a basso costo, ovviamente per questo non c’è bisogno di scuola o università. Questo nel momento in cui l’automazione pone sfide colossali ed i lavori a bassa specializzazione vengono distrutti a milioni. Basta leggere i giornali per trovare molte discussioni sul fatto che i nostri laureati non trovano lavoro, ma anziché pensare di incentivare innovazione e ricerca si riducono i laureati. Non è un problema di risorse, ma di ottica. La Sinistra pensava che il sapere, scuola ed università, avrebbe cambiato il mondo del lavoro, democratizzandolo, innovando, alzando le specializzazioni, il modello neoliberista per l’Italia vede camerieri e McDonald. Sarebbero innumerevoli le prove che questa è la visione, vogliamo parlare della scuola superiore a 4 anni? Questo nel momento in cui si parla di artigiani digitali, nuovi lavori nel campo della conoscenza. Taccio di parlare dell’università perché lì è ancora peggio, si pensa pochi centri di eccellenza, sulla quale bisognerebbe discutere con ANVUR, suggerisco agli estensori di seguire i post di ROARS e per il resto il nulla della precarietà e del sottoimpiego. L’alternanza scuola-lavoro per come è stata disegnata va abrogata e va aperta una discussione su quale mondo del lavoro vogliamo e come la scuola e l’università possono contribuire a crearlo.

Il Sistema di Valutazione Nazionale

Altro mantra e cardine del modello della “scuola di mercato”. Sulle questioni di valutare il docente rimando a https://www.rosariopaone.it/?q=node/55 Sulla valutazione di sistema rimando a Cristiano Corsini, che non mi vorrà bene per questo, http://cristianocorsini.net/parliamone.html Sul tema si confondono, ad arte?, i piani. Cosa valutiamo? Il lavoro del docente? Gli apprendimenti degli studenti? Il funzionamento del sistema? Perchè valutiamo? Per omogeinizzare i comportamenti? Per migliorare la qualità dell’insegnamento? L’INVALSI ha ruoli impropri, mescola la valutazione degli apprendimenti con la valutazione di sistema. Non abbiamo bisogno di un sistema indipendente e competente, stile OFSTED?, abbiamo bisogno di capire cosa vogliamo fare. Attenzione non è paura della Valutazione o rifiuto, ma semplice richiesta che sia fatta da chi capisce cosa fa e perché, la legge 107 questo almeno lo sa. Ho citato Cristiano Corsini perché insegna pedagogia Sperimentale e Docimologia ed ha un’interlocuzione critica da anni con INVALSI. Di INVALSI, come di ANVUR, dovremo parlare, quando l’ex Ministro Maria Chiara Carrozza nominò una commissione per definire la figura del direttore dell’INVALSI, ruolo affidato sino allora ad econometristi (sic), si è scatenato l’Inferno (http://www.roars.it/online/invalsi-la-piccola-elite-e-la-rivoluzione-dallalto/), fuoco di sbarramento degli Ichino, Andrea non Pietro per una volta, Checchi e Vittadini.

Parliamone e non liquidiamo la questione con “manca un Sistema Nazionale di valutazione formato da personale competente e indipendente.” anche perché il Sistema c’è, è competente ed indipendente, al punto da essere opaco, ma gli obiettivi che persegue non vanno nel senso di un miglioramento della qualità scolastica.

Conclusioni

Sulla scuola, e non solo, Articolo 1 parte male, anzi non parte, credo anche Renzi sottoscriverebbe questa parte. Starà al mondo della scuola far capire questioni complesse e che investono il modello di società che vogliamo. Nel 1953 Michael Young, criticando la meritocrazia, pubblicava "L'avvento della meritocrazia", all'interno il Manifesto di Chelsea parlava della società futura e di uguaglianza nella diversità, leggetelo

Il documento integrale