Il decalogo

 

1) RICORDA CHE CHI TI DA UN'INFORMAZIONE HA SEMPRE UN INTERESSE

 

Ovviamente l'interesse può essere legittimo ed anche meritorio "Attento alla buca", ma c'è. Pensare sia casuale non aiuta a capire l'informazione.

I docenti che leggono il quotidiano in classe, non quelli che si leggono il loro, ma quelli che lavorano con i ragazzi facendo leggere i giornali, spiegano che dietro un giornale ci sono interessi ideologici ed economici. In generale una fonte d'informazione non va analizzata solo per quel che dice, ma anche per il "Chi lo dice?"

Le prove di esame di stato di stesura di articolo prevedono la "destinazione" che orienta lo stile e la forma del contenuto

Su internet proliferano i siti di clickbaiting, sono siti che traggono profitto da ogni visita che ricevono, raramente sono fonti d'informazione affidabili e spesso soggetti di manipolazione.

 

2) RICORDA CHE UN’INFORMAZIONE NON E’ MAI VERA O FALSA. UN FATTO E’ VERO O FALSO. UNA NOTIZIA QUALCHE VOLTA VERA, QUALCHE VOLTA NO.

 

Questo è meno evidente, ma fondamentale. Noi usiamo i termini informazione, notizia e fatto come fossero sinonimi, ma così non è. Diamo qualche definizione

 

UN FATTO è qualcosa che accade perciò è sempre vero o falso, una cosa può accadere o meno. Ad esempio sto passeggiando e vedo Paolo ed Anna, due amici, che sono seduti in un bar. Questo è un fatto ed è vero.

 

UNA NOTIZIA è un fatto riportato. In genere tra le mille cose che accadono ne scegliamo qualcuna che riteniamo a mente e spesso comunichiamo ad altri. La notizia ha la caratteristica di essere un fatto che qualcuno ritiene importante per se o altri. Ovviamente il FATTO che sottiene alla NOTIZIA è o vero o falso, ma la NOTIZIA non sempre, non solo perché una notizia che deriva da un fatto falso è falsa, ma anche perché una NOTIZIA può non essere una NOTIZIA, cioè può non essere di nessuna importanza per nessuno o per il destinatario. Ad esempio “un cane che morde un uomo” può essere un fatto, ma non una NOTIZIA perché è un fatto comune e di nessun interesse per nessuno. Tornato a casa dico a mia moglie: “Sai ho visto Paolo ed Anna al bar”. Ho dato una notizia, l’evento era di interesse o per me o per mia moglie o per entrambi.

 

L’INFORMAZIONE è una notizia che viene elaborata dal ricevente ed era stata selezionata dall’emittente. Mia moglie che sa che Paolo è in crisi con la moglie e che Anna è una bella signora divorziata ne dedurrà che tra i due si stia aprendo una relazione. E’ legittima la deduzione? Può darsi oppure no, ma in ogni caso un’informazione si costruisce sempre dall’interazione della notizia con il contesto aggiunto dal ricevente.

Per questo lo slogan geniale di Lamberto Sechi “I fatti separati dalle opinioni” è il più brillante esempio di manipolazione e disinformazione che io conosca. Già il fatto che io dica di aver visto Paolo ed Anna non rende più quell’azione, l’incontrarsi di Paolo ed Anna, un fatto perché la cosa importante ora è che quel fatto sia IMPORTANTE cioè sia stato selezionato.

Una NOTIZIA è quindi giudicata importante, ma per diventare INFORMAZIONE deve essere significativa cioè deve dire qualcosa di non meramente fattuale né di rilevante, ad esempio la notizia che sia stato annullato un goal alla Juve a me non dice nulla, non mi da alcuna informazione perchè non ho alcun interesse, ma mi dà notizia di un fatto.

Questo processo da FATTO a NOTIZIA ad INFORMAZIONE è graduale e continuo e vedremo che nel ciclo informativo non si ferma qui.

PS chiedo scusa per la banalizzazione e semplificazione, ma su fb i post lunghi e complessi non vengono letti

 

3) RICORDA CHE UN’INFORMAZIONE E’ SEMPRE UN’AZIONE

 

Un’informazione produce sempre un cambiamento nell’ambiente in cui si diffonde. Può essere un cambiamento nelle opinioni, ma anche un’azione fisica. Oggi accompagno mia moglie per spese, attività che odio, torno a casa, mi metto al computer e mia moglie mi da la notizia:”Non ci sono uova”. E’ una notizia, ma produce subito l’informazione “si vuole che vada a comprare le uova”. Perciò spengo il computer e vado a comprare le uova. Se mi avesse detto “Hanno annullato un goal alla Juve” non sarebbe accaduto nulla perché la notizia non ha alcun interesse per me. Se ricordate la regola 1 sapete che chi fornisce un’informazione vuole produrre un’azione per interessi suoi, magari che acquistiate la prossima copia del giornale o che gli compriate le uova.

 

4) RICORDA CHE I PIÙ’ EFFICIENTI DISINFORMATORI SONO COLORO CHE CONOSCIAMO O CREDIAMO DI CONOSCERE

 

Nessuno riesce a manipolarci, cioè a fornirci informazioni per ottenere cambiamenti nelle nostre azioni o opinioni, meglio di nostra moglie o marito ed ancor di più i nostri figli. Ci conoscono e riescono ad utilizzare i più raffinati trucchi per manipolarci, ma anche chi crediamo di conoscere riesce a manipolarci, basta che noi si creda di conoscerlo. Un giorno mentre uscivo da scuola e stavo aprendo lo sportello si avvicina uno sconosciuto “Ciao, come va? Da quanto non ci si vede?” io non lo conosco, ma lui è così sicuro che mi vergogno a chiedergli “chi sei?”, velocemente mi chiede della famiglia e mi da notizie della sua, che non conosco, poi mi comunica di essere rimasto senza benzina e mi chiede 10 euro nel 90% dei casi li riceve. Si tratta di una truffa comune, come quella di chi si dichiara amico del nipote di un anziano per procurarsi la sua fiducia, conosce il nome di mio nipote, dove studia o lavora non è un estraneo. Io mi allarmo sempre quando mia moglie ed ancor più mia figlia mi dice:”Sai...” Un video divertente sulla cosa.

 

 

5) RICORDA CHE ELABORARE UN’INFORMAZIONE RICHIEDE ENERGIA E TEMPO

 

Elaborare un’informazione, cioè assimilarla ed analizzarla anche superficialmente, costa energia e tempo. Ogni giorno siamo sottoposti a milioni di fatti mentre camminiamo per strada o lavoriamo. Sto scrivendo al computer, di sottofondo nell’altra stanza sento la TV ed il cicalino del frigo aperto ed un milione di altre cose. Il mio cervello isola quelle che ritiene importanti, ad esempio se sentissi un rumore forte, sussulterei, smetterei di scrivere ed andrei a vedere cosa sia accaduto. Il mio cervello isola e seleziona i fatti dell’ambiente esterno e mi porta alla coscienza solo quelli che ritiene importanti. Nessuno potrebbe ritenere tutti i dati ambientali e persino i più addestrati riescono a porre attenzione ad una decina di fatti contemporaneamente, c’è un addestramento particolare che permette di aumentare il numero, ma è roba da spie. Cosa accade se ricevo troppe notizie insieme? Il cervello va in tilt ed agisce d’istinto, cioè non elabora l’informazione, agisce come se l’avesse fatto. C’è un film che descrive benissimo questa regola che fa parte del bagaglio di ogni hacker. Si chiama social engineering la disciplina che studia le tecniche di manipolazione che usano gli hacker, quelli che vediamo pestare sui tasti come forsennati nei film non hanno nulla a che fare con il lavoro vero. Se hai bisogno di sapere una password la cosa più semplice è chiederla a chi la sa. Il phishing funziona così e ogni studente ha usato queste tecniche per “scroccare” al tecnico la password della rete wifi “Il professore ...non ricorda la password e mi ha mandato a chiedergliela” Comunque il film, che è un documentario sulle tecniche vere degli hacker, anche se romanzato ovviamente, è Sneaker del 1992, titolo italiano “I signori della truffa” con Robert Redford e Sidney Poiter. Redford deve entrare in un edificio con portiere che seleziona le persone che devono entrare ed apre un portone elettrico. Il ragazzo con i pacchi è un complice di Redford, guardate come fa qui al minuto 25,08, la scena dura un minuto ,ma vale il film. Perciò se siete indaffarati ed impegnati non prendete azioni impulsive sulla base di informazioni non controllate specie se non avete il tempo, perché impegnati, per controllarle, l’energia ed il tempo sono limitati.

 

6) RICORDA CHE E’ PIÙ’ FACILE ESSERE MANIPOLATI DA UN’INFORMAZIONE CHE RAFFORZA LE NOSTRE OPINIONI CHE DA UNA CHE LE CONTRASTA

 

Abbiamo già detto in che senso utilizzo la parola informazione. L’informazione ha un significato per me, essa è sempre collocata in un contesto valoriale. Ovviamente se una notizia cozza contro ciò che già so e penso sono allertato, cercherò di confutarla, avrò un atteggiamento critico, ma se essa, viceversa, si presenta come una notizia che conferma i miei pregiudizi sarà molto più semplice accoglierla come un’informazione. Questo fenomeno è caratteristico delle echo-chambers dei social, alla fine si rimane in gruppi dalle opinioni omogenee. Ora naturalmente il manipolatore lo sa bene perciò cercherà di produrre notizie che facciano breccia facilmente anche se nell’operazione di trasformazione in informazione conducono ad un’ azione contraria gli interessi del destinatario. Tipica la telefonata del social engineering per ottenere informazioni oppure il colloquio con il tecnico della scuola per scroccargli la password wifi (cfr regola 5) si cita il professore anziano e pasticcione, poco pratico di internet e si fa leva sul “disprezzo” del tecnico, ogni tecnico “disprezza” i non tecnici, nonché sulla sua predisposizione ad aiutare, in fondo è il suo lavoro aiutare gli inesperti, ma si garantisce che opererà contro le sue vere opinioni, se gli si fosse chiesto “qual è la password?” non l’avrebbe data. Bisogna staccare la notizia dal suo contenuto ed arricchirla di un contenuto emotivo (“aiutami”, “sei utile ed indispensabile”...)

 

7) RICORDA CHE LE COSE (GLI OGGETTI MATERIALI) SONO RICCHI DI INFORMAZIONE

 

Questa regola è meno intuitiva, mi rifaccio alla scenetta del film presentato nella regola n° 5: Redford “sovraccarica” il povero portiere e torna con in mano dei palloncini ed una pizza, aveva usato come scusa il dover andare ad una festa di compleanno di una persona nota al portiere. I palloncini e la pizza fanno parte della notizia e vanno decodificati, tra l’altro qui ancora sovraccaricando il povero portiere, ma confermano che si sta andando ad una festa a sorpresa. Se qualcuno si finge un operatore finanziario sarà vestito da operatore finanziario, se giornalista sarà di una testata affidabile, se un amico perso da tempo non sarà vestito come un operatore finanziario né come colui che chiede l’elemosina, se faccio finta di telefonare da un ufficio metterò del rumore di sottofondo, il silenzio sarebbe sospetto.

 

8) RICORDA CHE UN’INFORMAZIONE NON E’ MAI SOLA

 

Anche questa regola non è immediatamente intuitiva, bisogna ricordare in che senso uso la parola informazione (cfr regola 2) Un’informazione è sempre inserita in un contesto, quello dell’emittente e quello del ricevente, pertanto è sempre collegata ad altre informazioni che hanno “preparato” il terreno. Ad esempio se ho la notizia “Il signor Abndje ha aggredito un vigile” ho una notizia, ma se trovo scritto ““Il signor Abndje, nigeriano,ha aggredito un vigile” avrò un’altra notizia, oggi, dopo i fatti di Macerata, una nazionalità è un’aggravante. Vale per gruppi etnici verso cui esistono dei pregiudizi, non è qui il caso di vedere se a ragione o torto, ad esempio i Rom o gli extracomunitari o, oggi, i nigeriani. Ci sono giornali che vivono di nazionalità e pregiudizi, non solo verso gli stranieri, ma verso i dipendenti pubblici o gli insegnanti come dipendenti pubblici o le banche e la finanza, in pratica sono l’unica loro ragione di vita.

 

9) RICORDA CHE SE TUTTI SIAMO CONSUMATORI E PRODUTTORI DI INFORMAZIONI, ALCUNI SONO PROFESSIONISTI DELL’INFORMAZIONE

 

Tutti, ogni giorno, produciamo e consumiamo informazione, ma alcuni sono dei professionisti dell’informazione. Giornalisti, truffatori, hacker, forze dell’ordine, servizi d’intelligence, intellettuali sono esperti hanno studiato il fenomeno della comunicazione e dell'informazione con studi accademici o da autodidatti, ma la loro conoscenza dei meccanismi è meno istintiva della nostra: loro ci lavorano con questi meccanismi. Non bisogna dimenticarlo perché il sapere è potere e tra chi sa e chi non sa il rapporto è sempre asimmetrico. Quando vado dal medico il rapporto tra me e lui è asimmetrico non importa se ho una laurea in egittologia o una specializzazione in astrofisica, anche se non guastano, io sono un paziente e lui un medico, è meglio se entrambi si sia consapevoli.

 

10) RICORDA CHE NON IMPORTA QUANTO SI SIA INTELLIGENTI, ESPERTI O SOSPETTOSI SIAMO MANIPOLATI. TANTO PIÙ’ S’IGNORA QUESTA VERITÀ’ TANTO PIÙ' FACILE E’ ESSERE MANIPOLATI

 

Questa è la regola aurea doveva essere la prima. Tutti siamo continuamente manipolati, dalla moglie o dal marito, dai figli, dai colleghi. In genere chi è esperto sembra dimenticare questa regola. Si sente sicuro, la sua intelligenza e conoscenza lo rendono immune da manipolazione, per questo è facile per un professionista manipolare un esperto quanto un ignorante. Ognuno di noi sta attento quando è in un posto che ritiene pericoloso, ma si rilassa in casa. Se un giornalista riceve una notizia da una fonte la verifica scrupolosamente, ma se la trova casualmente è più rilassato ed imprudente. Uno storico alle prese con delle fonti è critico ed attento, ma su ciò che gli riferisce l’amico è esattamente come ognuno di noi. Credete scherzi? Israele ha infettato e distrutto le centrifughe del progetto nucleare iraniano con delle penne usb infette lasciate in giro per caso. Se ti do una penna usb mi chiedi "ha un virus?" Ma se la trovi per terra? L’averla ottenuta gratis, l’essere un esperto, hai un buon antivirus no? Perciò sei protetto? ti fa fare cose che non avresti mai fatto se uno sconosciuto ti avesse avvicinato per darti o regalarti una pennetta. Se poi la penna la trovi in un luogo ultraprotetto, dove si entra dopo mille controlli di sicurezza, la penna l'avrà smarrita un collega, chissà che c’è dentro? Elaborare informazioni costa energia e tempo perciò normalmente ci sono situazioni in cui non lo facciamo o lo facciamo velocemente, ad esempio in casa nostra. Se la notizia arriva in uno di questi luoghi e momenti chiunque può essere manipolato.

CONCLUSIONI

Il decalogo è finito. Ho distillato scegliendo arbitrariamente dieci regole, potevano essere 7 o 20, una bibliografia interdisciplinare sterminata perciò non son sicuro dell’esito. Vi sto manipolando? Certamente. Anche solo il fatto che pubblico il decalogo in questo luogo ed in questo momento da un’informazione. Ma almeno vi ho avvisati. Penso di scrivere prossimamente un Monologo su come ci si difende, quando e perché.