Cosa posso aspettarmi dal mio esame? Ovvero della scuola e la valutazione, all'origine del contenzioso scuola-famiglia, un'analisi psico-matematica. Quarta puntata.

Dopo aver descritto in tre puntate il demenziale sistema di valutazione in uso nella scuola resterebbe il problema del perché valutare. Infatti sembrerebbe che il sistema sia stato creato per rendere la valutazione “oggettiva” e quindi permettere la rilevazione “scientifica” dei risultati per permettere di affermare con “certezza” se i risultati ottenuti siano sufficienti o meno, preludendo o ad una selezione o almeno ad interventi che recuperino le lacune. Niente di tutto ciò perché dopo averci fatto “matematizzare” il risultato ci si ricorda che la valutazione ha un compito formativo, ovvero che valutiamo per permettere l'autovalutazione. Detto in parole semplici, lo studente deve, a partire dalla griglia, comprendere cosa abbia sbagliato e cosa abbia fatto bene, ma abbiamo visto che proprio le conversioni ed i “pesi specifici” che dovrebbero rendere leggibile il risultato, in realtà lo “opacizzano” agli occhi dello stesso valutatore figuriamoci agli occhi del valutato che ha affrontato la prova, il più delle volte, senza conoscere la griglia, senza avere idea dei “pesi specifici”, senza avere le competenze per leggerla, al di fuori del valore numerico finale. Figuratevi se scoprisse che lo stesso compito può essere sufficiente o insufficiente a secondo della griglia usata, cosa dovrebbe pensare? Non lo sa e perciò pensa che gli insegnanti siano bravi se è andata bene, mascalzoni se è andata male. Il fatto che la valutazione “oggettiva” sia molto “soggettiva” sfugge ai non tecnici e, spesso, ai tecnici sfugge che così essa sia “manipolativa” ovvero precostituisca un sapere che esclude la critica. Ora, ovviamente, ogni valutazione dipende da un rapporto di potere, persino lo stesso processo di insegnamento/apprendimento è costituito su un rapporto di potere, ma le metriche lo “sterilizzano” e lo “rafforzano” e riescono a farlo tanto più son ben costruite. La scuola delle metriche lungi dall'essere “attiva” e centrata sullo “studente” è “passiva” e “sistemocentrica”. Rileggere Don Milani non farebbe male.1

 

 

1Facebook permette di avvicinare persone che sono lontane, figuratevi la mia sorpresa nel conoscere un docente di docimologia che non è lontano da questi temi ed affronta la valutazione con attenzione e rispetto. Non posso e non voglio attribuirgli le mie opinioni, ma questa pagina del suo blog è molto bella http://cristianocorsini.net/docimologiadimenare/index.html Dell'autore segnalo anche http://www.connessionescuola.it/archivio/2014/11/12/valutare-scuole-e-in...