Cosa posso aspettarmi dal mio esame? Ovvero della scuola e la valutazione, all'origine del contenzioso scuola-famiglia, un'analisi psico-matematica. Terza puntata.

Continuiamo nella descrizione delle metriche, poi nella puntata conclusiva commenterò il termine.

Siamo all'esame di stato il 25% del mio esame è già deciso, è il mio credito scolastico. Siccome il bonus può aggiustare al massimo del 5% il mio voto finale è già deciso per ¼ .

Se ho un credito di 20 punti per ottenere il massimo dovrò avere 45 agli scritti e 30 all'orale più 5 punti di bonus, quasi una mission impossible, la stessa per avere la lode, ma senza bonus cioè con un credito di 25 punti. Con meno di 20 punti di credito il voto finale di 100 è matematicamente impossibile. Diciamo che è possibile a partire da 22 cioè ragazzi che hanno avuto sempre, nel triennio, la media superiore all'8, ma non possono sbagliare nelle prove scritte più di 2 punti, ovvero devono prendere almeno 43/45, operazione non facile, il resto va a salire con 23 punti, possono prendere 42/45, con 24 punti, 41/45, con 25, anche 40/45. Il bonus però dipende dai criteri della commissione che possono essere più o meno laschi, diciamo in genere che un ragazzo che totalizza 95/100 tra credito e prove di esami (scritto ed orali) può sperare nei 5 punti di bonus.

Il problema è nei voti intermedi. Supponiamo che io abbia sempre, durante gli anni avuto una media di 7,5, quanto mi posso attendere dalle prove scritte? Se il consiglio di classe non ha completamente e collettivamente sbagliato le valutazioni il mio voto dovrebbe essere ricavato da un 7,5/10 riportato in 45/45. Ovviamente la media dovrebbe essere depurata dal voto di condotta e riferita alla singola prova, potrei essere particolarmente bravo in matematica e meno in italiano o viceversa, per la terza prova, che comprende molte discipline, posso calcolare il voto medio.

Diciamo che il mio 7,5 avesse come voto di italiano 8 e come voto di matematica 8 e valori intermedi per le restanti discipline. La soluzione che posso prevedere sarebbe:




Prove

Voto in 10/10

Voto in 15/15

Italiano

8

12

Matematica

8

12

Media globale

7,5

11,25

Voto complessivo

 

35

Ho arrotondato la terza prova per difetto. Ovviamente ogni voto superiore al 35 mi rende contento ed ogni voto inferiore mi delude.

Se il mio risultato fosse:

 




Prove

Voto in 10/10

Voto in 15/15

Italiano

8

14

Matematica

8

11

Media globale

7,5

12

Voto complessivo

 

37

Incremento il mio punteggio medio di 2/45 ovvero del 4,44%

Ora prendiamo il caso di un altro candidato

 




Prove

Voto in 10/10

Voto in 15/15

Italiano

8

12

Matematica

8

12

Media globale

7,5

11,25

Voto complessivo

 

35

Sarebbe perfettamente in linea con l'andamento degli anni, poteva andare meglio, ma poteva andare peggio.

Naturalmente per comprendere come è andato il mio esame dovrei fare tutte le conversioni del caso e, soprattutto, dovrei comprendere il perché delle conversioni, dovrei capire che i miei anni di scuola, i miei sforzi, ciò che ho capito e ciò che non ho capito sono entrati in una griglia, sono stati convertiti in micro-punti che, sommati, hanno prodotto un numero. Ogni micro-punto ha osservato un aspetto parziale, ogni aspetto parziale ha “valutato” un “peso specifico” arbitrario, ovvero prescelto a-priori dal valutatore, ed il risultato finale poteva essere completamente diverso se si fossero scelti “pesi specifici” diversi.

Alla fine della giostra delle conversioni il massimo dell'oggettività diviene il massimo della soggettività al limite del nonsenso e dell'arbitrario.

A chi, tra quanti hanno usato griglie, non è capitato di non riuscire a “convertire” un copito complesso nelle singole micro-voci decise a priori e di ottenere un risultato diverso, maggiore o minore, da quello che il suo “giudizio” complessivo sente? In quel caso o si piega la griglia o si piega il “giudizio”, comunque si sbaglia. In genere gli esperti a contestazioni del genere obiettano che la griglia è stata costruita male e, spesso, hanno ragione, ma dimenticano che è proprio la costruzione apriori della griglia in funzione di un obiettivo prefissato che produce la “distorsione” valutativa. Un compito è un oggetto vivo, in sviluppo, la griglia, ogni griglia, lo “uccide”. Una griglia è un'autopsia, alla fine ti ritrovi un cadavere fatto a pezzi

Dovrebbe sorprendere che un siffatto processo produca contenzioso e discredito?