La spesa in istruzione e le bugie

Nel 2012 pubblicavo sul blog della Commissione scuola del PD di Messina, ed ora ripubblico qui

 

Un refrain del Centro-destra sulla scuola è costituito dal costo della scuola italiana rispetto agli altri paesi europei. “Troppi insegnanti, sprechi ed inefficienze...” L'ex Ministro Tremonti, in una trasmissione televisiva affermò: “Non ci possiamo permettere tale spesa”

Questo mantra della destra italiana ritorna anche nella pubblicazione del MIUR “La scuola in cifre 2009-2010, secretata dal Ministro Gelmini e liberata dal neoministro Profumo.

Guardiamo questa tabella

Sentite il commento degli estensori del testo:

“A livello europeo (EU27), la spesa pubblica per la scuola equivale al 3,8% del PIL, circa 0,3 punti percentuali in più rispetto al dato nazionale (0,5 punti se si confrontano i paesi OCSE -dati 2007) (Tav 1.1.3) E', tuttavia, il caso di notare che nel confronto internazionale, l'indicatore più adeguato per valutare l'impegno di un paese è la spesa che esso affronta per ogni singolo studente. Si deve infatti considerare che, a parità di altre condizioni, la spesa complessiva di ciascun paese è influenzata dalle dimensioni della popolazione scolastica. L'analisi di questo parametro permette di evidenziare che, per quanto riguarda la scuola, l'Italia spende in misura superiore alla media dei paesi europei. In particolare, nella scuola primaria la spesa per studente in rapporto al PIL pro-capite supera di oltre tre punti percentuali la media europea (rispettivamente 23,8% e 20,6%). Per la secondaria, invece il distacco il distacco è di 2,2 punti percentuali (Itali=25,8%; UE(27)=23,6), ma rispetto ad alcuni paesi, come la Germania (18,2%) e Regno Unito (23,5%), il divario positivo è anche maggiore

Scusate la lunghezza della citazione,ma è esilarante. I dati dicono una cosa, ma loro vogliono dimostrare altro e quindi si inventano che il dato rilevante è la proporzione rispetto al Pil-procapite che ovviamente dipende dalla grandezza del Pil, infatti per il piccolo Portogallo è il 30,1% ben 4,3 punti percentuali superiore al nostro, ovviamente il dato non significa molto, il fatto è che il Pil portoghese è minore del nostro, infatti il Portogallo, in valore assoluto ovvero in euro per alunno, spende meno sia nella primaria che nella secondaria.

Il dato rilevante, secondo me, è la percentuale rispetto alla spesa pubblica; è questa è inferiore sia alla Germania (7,7%) sia al Regno Unito (9,6%). Anche rispetto al Pil la Germania spende meno di noi uno 0,1%, ma il Regno Unito ben un punto in più. Il dato è rilevante perchè indica quanto lo stato destina in istruzione sulla sua spesa pubblica. Resta solo da rilevare che i dati sono relativi al 2007 ovvero ante “cura Gelmini”. E' chiaro che investiamo in istruzione meno degli altri paesi a noi comparabili.

Credo che lo stanziamento per istruzione debba crescere sino a potersi comparare a quello degli altri paesi.

Ce lo possiamo permettere? Questa non è domanda a cui la statistica possa rispondere, la risposta è compito della politica. Sicuramente non ci possiamo permettere i costi della corruzione, dell'evasione fiscale, dell'illegalità diffusa. Ci possiamo permettere gli F35? Non lo so, ma è opinione comune che l'aumento di spesa in istruzione e formazione è quello che offre il maggiore moltiplicatore e, pertanto, costituisce anche la perfetta soluzione anticiclica.

Inoltre la competitività, per un paese come il nostro, non può non basarsi su altro che il “capitale umano”, è difficile pensare di poter competere per “costo del lavoro” con i paesi emergenti. Le risorse aggiuntive serviranno per realizzare le indispensabili riforme, non più a costo zero, ma con investimenti consistenti sul personale, sulla formazione, sulle strutture, sulla dotazione materiale.