Materiale e citazioni sulle false notizie

Marc Bloch "RIFLESSIONI D’UNO STORICO SULLE FALSE NOTIZIE DELLA GUERRA"

 

"Falsi racconti hanno sollevato le folle. Le notizie false, in tutta la molteplicità delle loro forme – semplici dicerie, imposture, leggende -, hanno riempito la vita dell’ umanità. Come nascono? da quali elementi traggono la loro consistenza? come si propagano, guadagnando in ampiezza a mano a mano che passano di bocca in bocca o di scritto in scritto? Nessun interrogativo più di questi merita d’appassionare chiunque ami riflettere sulla storia."

"Il più delle volte la finta notizia giornalistica è semplicemente un oggetto costruito, è forgiata da una mano operaia con un determinato obbiettivo, per influenzare l’opinione pubblica, per obbedire a una parola d’ordine"

"Perché la leggenda nasca, sarà ormai sufficiente un avvenimento fortuito: una percezione inesatta, o meglio ancora una percezione inesattamente interpretata."

"Una notizia falsa nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; essa non è casuale se non in apparenza, o, più precisamente, tutto ciò che v’è di fortuito in essa è l’incidente iniziale, assolutamente casuale, che scatena il lavorio delle capacità d’immaginazione, ma questa messa in moto non ha luogo se non perché le immaginazioni sono già pronte e in silenzioso fermento. Un avvenimento, una percezione distorta per esempio, la quale non andasse nel senso in cui già propendono gli spiriti di tutti, tutt’al più potrebbe costituire l’origine d’un errore individuale, ma non una falsa notizia popolare e ampiamente diffusa. Se ho l’ardire d’utilizzare un termine cui i sociologi hanno dato un valore secondo me troppo metafisico, ma che è comodo e dopo tutto ricco di senso, la falsa notizia è lo specchio in cui «la coscienza collettiva» contempla le sue fattezze."

 

Sto studiando il fenomeno delle fake news per motivi professionali: è entrato di diritto tra le competenze digitali e di cittadinanza che come insegnante di storia e filosofia mi impegnano direttamente. E' un fenomeno non nuovo, ma che è tornato di estrema attualità per il nostro ingresso nell'Infosfera  e nella Iperstoria Ma anche senza considerare i futuristici, ma attuali scenari del Prof Floridi, abbiamo abbastanza strumenti per conoscere il fenomeno, in fondo di fake news di successo la storia è vissuta per millenni. Anzi le fake news di maggior successo e più decifrabili sono state in tempi in cui le comunicazioni erano più lente, Marc Bloch nel suo "I re taumaturghi" ci mostra quanto ricca e complessa sia stata la nascita ed il consolidamento della credenza nel potere miracoloso dei Sovrani francesi. E proprio Marc Bloch è la mia guida nelle mie riflessioni non solo perché autore affascinante, ma perché autore di un piccolo saggio del 1921 "La guerra e le false notizie" che è una vera miniera. Insomma ho da studiare un po' perché la bibliografia non è poi così scarna ed i problemi complessi. Ad esempio fake news letteralmente significa "falsa notizia" ed il termine letterale non pone problemi una cosa o è vera o è falsa. Purtroppo se ci confronta con le informazioni non è così semplice, ad esempio è noto, ed oggetto di partenza del saggio di Bloch, che le testimonianza dirette di un fatto divergono e non poco, Cesare Musatti ne ha fatto oggetto dei suoi primi studi, perciò anche i racconti dei testimoni diretti vanno "presi con le pinze". Ogni storico sa quanto non sia semplice la gestione della fonte e quanto la sua analisi sia multidimensionale: da "cosa dice?" a "a chi lo dice?", passando da "come lo dice?". Ad esempio, per semplificare, supponiamo che in un articolo si riporti la notizia, incidentalmente, di un incontro avente per oggetto proprio le fake news e si citi uno dei protagonisti dell'incontro, la notizia è vera, riscontrata, l'incontro c'è stato, l'argomento è stato quello, il luogo pure. Ma nel riscontrare la notizia si scopre che i protagonisti dell'incontro erano due e di pari importanza, anzi uno più attinente all'argomento, ma sia stato citato solo uno, la notizia diventa "falsa"? L'omissione è casuale o voluta? E se fosse voluta, perché? Quale è il ruolo di quell'osservazione incidentale all'interno dell' informazione complessiva? Le domande non sono peregrine perché un'informazione si nutre del detto, ma anche del non detto. Bloch, nel saggio, si domanda da dove nascano le "false notizie", la risposta è per molti versi sorprendente. Abbiamo l'idea che le false notizie siano create ad arte, Bloch sostiene che solo quelle di stampa hanno un artista "manifatturiero", ma le vere "false notizie" quelle che costruiscono una "leggenda" nascono e si nutrono di un bisogno collettivo, insomma anzichè "il cane che morde l'uomo", "l'uomo che morde il cane". Bisogna che la notizia cada in un terreno propizio, rafforzi i pregiudizi di coloro a cui è rivolta, in questo senso le "echo chambers" dei social sono terreno privilegiato. Questa conoscenza è ben risaputa e studiata nei centri d'informazione e disinformazione dei servizi di spionaggio, altra fonte di bibliografia sull'argomento, ma anche nelle redazioni giornalistiche.

 

Può una notizia vera diventare un'informazione falsa?

"In primo luogo l'intelligence non è ostile alla verità: le è indifferente. Nel dare una notizia, un servizio non si chiede se sia vera o no, ma se sia utile o no, a prescindere dal suo grado di verità
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regola fondamentale della disinformazione è ricorrere al minor tasso possibile di notizie false, perché ciascuna di esse richiede una specifica operazione per essere coperta e ciò aumenta il lavoro da fare e i rischi che si corrono (regola del "qb"). Dunque gli specialisti stimano che una buona disinformazione deve fondarsi su notizie vere al settantacinque-ottanta per cento 

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La disinformazione migliore è quella che non usa alcuna bugia, ma che, attraverso reticenze calcolate e un montaggio suggestivo, crea la sensazione che le cose stiano in modo diverso dalla realtà. Anche l'uso di informazioni non verificabili ( vere, false o ambigue che siano) deve essere ridotto al minimo, in quanto l'assenza di verifiche indurrà l'avversario ad essere diffidente
Dunque: la notizia vera è da preferirsi a quella falsa, quella non verificabile è da preferirsi alla falsa, ma la reticenza è da preferirsi alla notizia inverificabile. Quello che conta è l'accostamento suggestivo di notizie, il nesso causale alterato, il gioco di sfumature che sottolinea un aspetto e ne smorza un altro."

Aldo Giannulli "Come funzionano i servizi segreti" Edizione Ponte alle Grazie 2010