Un divertente episodio, almeno per me

Non so se faccio bene a scriverlo perché potrei scatenare la terza guerra mondiale :). Comunque lo racconto e lo posto qui nella speranza, in realtà è quasi una certezza, che gli interessati non lo leggano.

Nelle mie peregrinazioni su facebook mi sono, talvolta, imbattuto in persone dalla grande intelligenza e conoscenza, ma dal pessimo carattere. Convinto, come sono, del valore euristico della discussione ed anche, se del caso, della polemica, ho sempre espresso il mio parere con schiettezza, prendendomi delle reprimende terribili :) In genere le persone in questione hanno forse ragione, invado campi non miei, loro sono degli specialisti e le mie osservazioni possono, e forse sono, dilettantesche e , quindi, possono infastidire, anche se le faccio per essere confutato e così imparare qualcosa, in un caso è accaduto con un professore in pensione di Economia Politica che, pur non avendomi concesso l'amicizia ed avendomi dato una lavata di capo è stato, poi, così gentile da rispondere in maniera garbata, così da aprirmi una nuove chiave di lettura su una faccenda di cui mi occupavo, verificando così la mia teoria che dalla discussione s'impara e, forse, lui comprese che questa era la mia intenzione.

Con un altro personaggio, anche lui molto competente ed autorevole, non siamo invece riusciti mai a capirci, non gliene faccio una colpa, la pensiamo in maniera diametralmente opposta.

Come che sia un amico ha postato un messaggio su un gruppo che segnala un' interessantissima relazione di Leonardo Paggi per i cento anni di Pietro Ingrao. Ho inserito un commento su un passaggio che riguardava il carteggio Bobbio-Ingrao, pur sapendo che la mia interpretazione in quel gruppo sarebbe stata minoritaria, ne avevo parlato con un altro amico che, gentilissimo, mi aveva consigliato di leggere quello che aveva scritto sull'argomento, cosa che, naturalmente, ho fatto. Non è qui il caso di riportare lo scambio di battute, invero più gentile del solito, né l'argomento su cui siamo in dissenso, posso sintetizzarlo con il fatto che riprende la polemica tra Bobbio e Ingrao, con me che seguo il ragionamento di Bobbio, ma non è questa la cosa divertente, almeno per me, questa è contenuta in un commento, involontariamente comico, del mio interlocutore. Questo il commento

Ecco, appunto, non si tratta di visione strumentale della democrazia. La grandezza di quel carteggio è il fatto che Ingrao stronca Bobbio con grande altezza di pensiero e prefigura quello che sarebbe successo dopo con l'ossessione per le riforme istituzionali. Aveva ragione Ingrao...”

La comicità consiste nel fatto che Bobbio, nel rispondere ad Ingrao che si dichiarava interessato ad una sua replica, scriveva:

Caro Ingrao,

questo dialogo a distanza non mi dispiace affatto, ti rassicuro, anzi lo trovo molto eccitante e lo preferisco senz'altro al colloquio immediato, alla conversazione estemporanea, a tutte le forme di comunicazione orale, tra le quali diventano sempre più frequenti nella civiltà dei mass media, con mio fastidio e dispetto (ma io sono all'antica, anche se non come uno dei miei maestri, Piero Martinetti, che si vantava di non aver mai telefonato in vita sua) l'intervista, specie quando è a caldo, e il dibattito, specie quando è a briglia sciolta. Il dialogo epistolare permette di riflettere sulle cose che si debbono dire e serve egregiamente a dissipare equivoci, naturalmente quando i due interlocutori sono mossi dal desiderio di capirsi e di arricchirsi a vicenda, e non dal piacere di ferirsi come in un duello che deve finire necessariamente con la vittoria dell'uno e la sconfitta dell'altro. Di equivoci, invece, sono di solito fonte inesauribile l'intervista e il dibattito.”

Questo passaggio segna sia l'incandescenza del dibattito d'allora, e la sua importanza, sia come certe cose e persone non cambino. Mi sarebbe piaciuto difendere Bobbio da quello che si dice in quella, peraltro bella, relazione, ma sono un vigliacco per cui scrivo qui :)