Elezioni amministrative: dove siamo e come ci siamo arrivati

In realtà il titolo doveva essere “Elezioni amministrative: dove siamo e come ci siamo arrivati, nell'attesa di sapere chi siamo”, ma era troppo lungo.Da un paio d'anni, faccio parte della Commissione Scuola del PD. Con Pippo Caliri, il responsabile della commissione, ed altri amici abbiamo cercato di costruire una politica scolastica per la città e di contribuire alla discussione sulla scuola. Abbiamo assistito all'abbandono delle scuole, a Messina e nel paese, abbiamo visto e denunciato l'incuria, la mancanza di idee e le difficoltà che le nostre scuole affrontano. Avevamo l'intento di far diventare protagonisti delle scelte chi nella scuola vive ed opera: gli studenti, le famiglie, i docenti. Abbiamo sviluppato molte iniziative che avevano per centro le scuole dei quartieri degradati, la scuola primaria, a cominciare dalla scuola materna pubblica che nella città è trascurata, il tema del sostegno e dei tagli che colpivano la stessa idea d'integrazione, il dimensionamento altro taglio. In questo lavoro ci guidava un idea della politica come partecipazione, inclusione, discussione aperta, volta alla conoscenza dei problemi ed alle scelte per affrontarli. Abbiamo coinvolto molte persone, incontrando anche molte difficoltà, in particolare ci siamo scontrati con una diffusa opinione che sia inutile la partecipazione, che le scelte vengano fatte altrove, che comunque “vuolsi così dove si puote ciò che si vuol”. La politica come inutile se non a fini di carriera personale o come ricerca dell'”appoggio” giusto per ottenere favori piccoli e grandi. Abbiamo condiviso questo lavoro e le difficoltà con Peppe Grioli, all'epoca segretario cittadino del PD, con cui condividiamo una visione della politica che deve uscire dai luoghi istituzionali per andare tra chi lavora ed incontra le difficoltà quotidiane. In preparazione delle elezioni amministrative abbiamo voluto fortemente il metodo delle primarie per scegliere il candidato sindaco. Non ci guidava un amore sviscerato per quello che è e resta un metodo, ma la convinzione che lo stato di abbandono e di crisi in cui versa la nostra città avesse bisogno di un patto tra amministratori e cittadini che solo uno strumento democratico può costruire. In questo processo non siamo stati soli, ma molti, dai deputati nazionali, ai “critici” del partito, al rivoluzionario presidente regionale Crocetta hanno obiettato, hanno lavorato per evitare le primarie, per trovare un candidato autorevole che permettesse di unire il centrosinistra. Ogni obiezione aveva il suo fondamento, ma non teneva conto della crisi di rappresentanza che la politica vive e del bisogno primario di partecipazione che, ambiguamente spesso, proviene dalla società. Come che sia, anche con momenti ridicoli, le primarie sono state fatte, ma in un clima diverso da quello che volevamo. Volevamo parlare con la città e della città e a lungo si è parlato del “cavaliere bianco” che doveva guidare il centrosinistra, si sono create buste con nomi misteriosi, candidati apparivano e sparivano nel giro di un istante, problemi di creare e mantenere la coalizione più larga possibile. Alla fine di questa giostra abbiamo avuto una decina di giorni per girare la città. I candidati sono stati generosi e tutti più che validi, alcuni amici personali che portano una storia d'impegno lunga. Si confrontavano persone perbene, capaci ed impegnate, ma si confrontavano anche modi di intendere e “fare” politica. Con Peppe Grioli ed altri amici abbiamo girato in lungo ed in largo la città, incontrando moltissime persone e riscontrando interesse per la persona e per il programma. La nostra visione è che la politica deve uscire ed incontrare i cittadini, un sindaco non deve essere solo un buon amministratore, ma un interprete dell'esigenze della città. Non sono i cittadini a dover andare dal sindaco, ma il sindaco dai cittadini. La politica delle alleanze, delle segreterie dove si ricevono migliaia di persone può produrre consenso, ma anche malessere e disaffezione, e non produce partecipazione e “cittadinanza attiva”. Come è finita è noto, Felice Calabrò ha vinto, insieme a quasi tutti i consiglieri comunali ed i deputati della coalizione, PD ed UDC, Peppe Grioli è arrivato secondo con un ottimo consenso. Il fatto che questo risultato giungesse da una partecipazione ampia è di per se un valore, si trattava di un primo passo su una strada che non è che iniziata. Oggi Felice Calabrò guida la coalizione sulla quale, però, pesa la partecipazione di molti che hanno condiviso le scelte sciagurate della giunta Buzzanca che hanno condotto la città ameno che un passo dal disastro. Con gli amici che avevano condiviso con Peppe Grioli il percorso che aveva condotto alle primarie ed alla scelta del candidato sindaco, ci siamo chiesti che fare ora, vedevamo le luci e le ombre della coalizione ed anche i condizionamenti che potevano rallentare il percorso di Felice Calabrò e riconsegnare la città alla destra, volevamo che l'apertura offerta dalle primarie non si esaurisse nelle tattiche del sottogoverno, della spartizione di posti. Abbiamo ragionato molto, forse troppo a lungo, ma non volevamo che le nostra scelte fossero un ulteriore elemento di confusione in una storia già confusa di suo. Abbiamo chiesto a Felice Calabrò di respingere “assalti alla diligenza”, di chiarire composizione della giunta futura e programmi, di evitare di scegliere persone compromesse con le precedenti amministrazioni, ma non vogliamo solo mettere “paletti” o creare imbarazzi, perciò abbiamo deciso di provare a formare una lista d'impegno civile che costituisca un punto di riferimento per chi vuole una politica partecipata. Una lista con giovani e meno giovani, con persone con una storia precisa e riconoscibile per cercare un voto libero ed una partecipazione che non si esaurisca nella delega e nel voto il 9 giugno. Sappiamo che il momento non è dei più felici, delusione per le scelte nazionali e locali, un partito “decapitato” nei suoi vertici nazionali e locali, a Messina non abbiamo ne segretario provinciale ne segretario cittadino, un senso di scoramento che attraversa tutti, ed in particolare gli elettori di centrosinistra, suggerirebbe un disincanto ed un disimpegno di cui forte si sente l'attrazione, ma una critica a ciò che non va senza un impegno a cambiare è sterile. Bisogna, proprio perchè il momento è difficile, rafforzare l'impegno, garantire un consiglio comunale all'altezza delle sfide che Messina ha, e definire la situazione drammatica è un eufemismo, e bisogna anche “ripulire” la politica da quel tanto di stantio, di già visto, di opaco per costruire una politica nuova, con protagonisti giovani, ed una sinistra ed un partito veramente democratico. Questo è, credo, l'impegno che la nostra lista deve assumersi, chiedendo a tutti i messinesi una riflessione ed un impegno personale.

Commenti

La commissione scuola PD è stata una felice invenzione che ha concesso ad un gruppo di persone di conoscersi mentre si  confrontavano, si scontravano e si incontravano sui temi della scuola.Questo gruppo eterogeneo che si è scomposto e ricomposto in modo continuo ha, pian piano, maturato l'idea che occorre osare per cambiare, e lo ha fatto con le molteplici iniziative pubbliche, i documenti prodotti, le conferenze stanpa, la partecipazione a convegni,.... ma non è più sufficiente. Abbiamo pensato, allora, ad un impegno politico che ci ha visti schierati, nelle primarie, con Peppe Grioli e adesso impegnati in una lista per partecipare direttamente al cambiamento di questa città.
Messina che muore, ogni giorno di più, visto che non riesce a trattenere i suoi giovani, a sfamare i suoi poveri sempre più numerosi, ad assistere i vecchi ed i bisognosi, a garantire ai suoi abitanti una vita dignitosa fatta di lavoro.